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Lastre, scale stellari e nuvole di gas
Due astronome, un centenario e una mostra fotografica per ripercorre alcune scoperte brillanti in campo scientifico.
In una società che corre verso l’informazione digitale e l’estrema volatilità di ogni scambio di comunicazione che effetto può fare ricordare quello che è venuto prima, nemmeno troppo tempo fa?
Quanta informazione può restituirci un lastra fotografica
Nel 1839 Louis Daguerre, padre della dagherrotipia, scatta la prima immagine che raffigura un essere umano e già verso la fine dell’ottocento del secolo passato viene introdotta la nuova tecnologia in campo astronomico, la fotografia.
E’ la giusta partenza per realizzare i grandi cataloghi stellari, sia in America, Draper, che in Europa, La Carte du Ciel, e per mettere a definitivo riposo i disegnatori scientifici, dopo secoli di onorato lavoro.
Gli osservatori astronomici grandi o meno si attrezzano con camere fotografiche e ogni notte serena sfornano lastre su cui si fissano gli oggetti celesti osservati. Il mattino successivo, questi delicati e sottili rettangoli o quadrati di vetro passano negli uffici per essere analizzati e da Harvard parte una storia incredibile sotto tanti punti di vista.